Festival di Vallirana (Spagna)
Sono tornato con molto piacere a suonare al Festival di Vallirana.
Vallirana è un piccolo comune di circa diecimila abitanti situato sulle colline ad ovest di Bercellona, a 25 minuti di auto dal centro della città. Lì vive il chitarrista e compositore Manel González, che incontrai quando era ancora studente di chitarra al Conservatorio Superior di Castellòn De La Plana, durante una mia masterclass svoltasi in quel conservatorio. Terminati gli studi chitarristici Manel è tornato a vivere in Catalogna ed insegna, a Barcellona ed alla scuola di musica di Vallirana, ed è anche fondatore e direttore artistico del Festival Chitarristico di Vallirana, giunto nel 2018 alla sesta edizione.
Il Festival è cresciuto in questi anni e vede il coinvolgimento attivo dell’Amministrazione comunale di Vallirana.
Questo piccolo paese sta assumendo un ruolo interessante all’interno della vita chitarristica di Barcellona; qui vicino vive anche un importante liutaio, Casimiro González, che costruisce eccellenti chitarre, aiutato dai suoi figli.
Non potendo questa volta viaggiare in aereo con la mia chitarra ho utilizzato per il concerto a Vallirana una bellissima chitarra González in abete: uno strumento potente, comodo e sensibile.
A Gelida, vicino Vallirana, vive invece un chitarrista ed insegnante cinese, Xiaoli Gao, che ho conosciuto al concerto e che è molto attivo nel promuovere una intensa collaborazione tra i chitarristi e maestri spagnoli e gli studenti (ed insegnanti) di chitarra cinesi.
Ho pensato di rivolgere alcune domande a questo gruppo di persone che rende il piccolo centro di Vallirana un posto un po’ speciale per noi chitarristi.
PB: Quali cose cerca nel costruire una chitarra? Ha preferenze sul tipo di legno che impiega? Avete modelli diversi di chitarre?
CG: Quello che cerco, fondamentalmente, è la comodità e il suono. Evidentemente le chitarre devono essere ben rifinite, ma la cosa più difficile è tirar fuori il suono che hai in testa. Cedo che questo sia il compito più difficile nel costruire uno strumento.
E riguardo al suono: cerco che sia potente, con grande sustain, intonazione perfetta, armonia, equilibrio e bellezza. In definitiva è la ricerca della Bellezza.
A seconda dei legni, ci sono diverse combinazioni. I piani armonici sono sempre di cedro rosso canadese o di abete e fasce e fondo sono dei diversi tipi di palissandro, acero, cipresso, eccetera. Il cipresso si usa per le chitarre flamenche.
Abbiamo vari modelli, a seconda della qualità dei legni impiegati. Le nostre chitarre possono essere classiche e flamenche e verniciate a gommalacca o poliuretano.
PB: Il Suo lavoro si ispira a qualche particolare criterio di costruzione?
CG: Ho studiato Antonio de Torres, Vicente Arias e la Scuola Ramírez di Madrid. Della Scuola Ramírez quello che mi è piaciuto di più è stato Santos Hernández.
Però quello che ha influito maggiormente nel risultato finale è stato il mio lavoro, le migliaia di prove, la costante ricerca, seguire la mia intuizione. La cosa più difficile è creare il tuo linguaggio proprio, il tuo suono.
PB: Com’è la risposta del mondo della chitarra al Suo lavoro?
CG: La mia chitarra piace ai musicisti che cercano che il suono ti emozioni. Per me l’arte deve emozionare.
PB: Come nacque il Festival di Vallirana e come si è sviluppato? Come ha risposto il pubblico?
MGG: Bene, questo festival è nato un po’ per caso. Ecco come successe: quasi sette anni fa ricevetti un messaggio, a commento di un video di Youtube di una mia composizione - il mio preludio n 1 in La maggiore. Il messaggio era di J.C.Martín, professore di letteratura francese all’università di Barcellona, e di Rosa de Mena, bibliotecaria di Vallirana. Mi proposero una intervista per il loro sito web dedicato agli artisti locali di Vallirana ed io accettai, con la condizione (preghiera) che lo vedessimo di persona. Ci trovammo una sera nella terrazza di un bar di Vallirana; iniziando a conoscerci, non so molto bene come emerse questo progetto che avevo in mente da molti anni, e che mai fino ad allora avevo trovato il momento di realizzare.
Portammo insieme la proposta al Municipio di Vallirana, che ci diede l’opportunità, per quanto inizialmente con un budget molto ridotto, di render questo mio sogno...realtà.
Infine restavano solo gli artisti, e siccome il budget iniziale poteva appena coprire piccole spese di viaggio eccetera, iniziai a parlare con amici chitarristi di tutta la Spagna.
Da Madrid e Valencia vennero Carlos Glass e
Carmen Marqués, collaboratori di Carles Savall e specialisti in musica antica (lei soprano e lui vihuelista, liutista, esecutore di chitarra romantica e liutaio); da Vilareal, la terra di Tárrega, venne Sara Mezquita Soler, straordinaria concertista; da Barcellona Sergi Vicente, professore di chitarra classica del Conservatorio del Liceu e direttore della Orquesta de Guitarras de Barcelona, mio vecchio maestro ed ora amico; ed infine io stesso, assieme a Victor Petite ed Alberto Fernández, vecchi compagni di studi ed amici del conseratorio Salvador Seguí di Castellón, con l’Humanitarian Guitar Trio.
La prima edizione, dedicata alla musica da camera con chitarra, fu un totale successo che aprì le porte alla continuazione del sogno di questo progetto, che nell’ottobre del 2019 giungerà alla settima edizione.
A Casimiro González, liutaio.
PB: Vuole parlarci della Sua formazione e delle Sue principali esperienze come liutaio e costruttore di chitarre?
CG: Sono stato per molti anni professore di chitarra flamenca e questa passione mi portò nel mondo della liuteria. Imparai con Manuel Mayorla, costruttore di chitarre di Almeria che aveva il suo laboratorio a Barcellona.
Ai figli: David e Ismael González
PB: Com’è stata e com’è per voi l’esperienza di collaborare con il proprio padre alla costruzione di chitarre da concerto?
DG: E' stato bello, ma contemporaneamente molto duro, perché è il risultato di molto lavoro, migliaia di prove. Parliamo sempre di tirar fuori il suono che cerchi, non di fare il "mobile" della chitarra. Non si tratta di fare una chitarra, ma di fare una chitarra che suoni come tu pretendi.
E' quello il difficile. Tutte le chitarre suonano, peggio o meglio, ma tu non cerchi che suonino bene, cerchi l'eccellenza, la bellezza con la B maiuscola.
PB: C'è una ripartizione del lavoro tra voi? Ciascuno di voi fa una chitarra intera, o piuttosto si incarica di fare qualche parte della chitarra, o di qualche procedimento costruttivo?
IG: Ciascuno di noi cerca di costruire una chitarra dall'inizio alla fine, ma logicamente ci dividiamo il lavoro. Nostro padre si dedica al piano armonico, perché è quello che gli piace di più, ed al montaggio. Noi figli gli prepariamo tutto il materiale per il montaggio, noi stessi partecipiamo al montaggio e realizziamo la levigatura finale e la verniciatura.
PB: Come vi ponete, da giovani costruttori, di fronte alla grande tradizione costruttiva della chitarra ed alle ultime innovazioni che vanno di moda oggi?
IG: Noi costruiamo alla maniera tradizionale ed all'interno di alcuni standard. Bisogna sempre tener presente che stai costruendo una chitarra spagnola e non un altro strumento.
A Xiaoli Gao, chitarrista, professore e promoter (ultimo a destra nella foto sotto).
Ci siamo conosciuti al mio concerto, ma non abbiamo ancora avuto l'occasione di conversare tra noi. Conosco, da quello che mi ha detto di Manel, il Suo lavoro come promotore culturale e organizzatore e, in particolare, di quello che Lei fa per favorire l'incontro tra i giovani chitarristi cinesi ed alcuni Maestri europei della chitarra.
PB: Vuole dirci qualcosa sul ricco mondo della chitarra in Cina?
XG: La chitarra iniziò molto tardi il suo cammino in Cina, verso la fine del decennio 1970-80. Son passati solo 40 anni. Con la riforma economica nazionale e con la apertura, anche lo sviluppo della chitarra sta cambiando ogni giorno. Fino a questo momento, circa una dozzina di Collegi ed Università hanno aperto il corso di studi in chitarra.
Ogni anno si realizzano concorsi di chitarra a vario livello, e perfino concorsi internazionali. I chitarristi cinesi hanno anche cominciato a viaggiare all'estero per partecipare ai festival internazionali di chitarra nei paesi sviluppati del mondo.
A Manel García González, chitarrista, compositore, professore e direttore artistico del Festival de Guitarra de Vallirana.
PB: Manel, vuoi raccontare ai lettori di DotGuitar le tappe della tua formazione chitarristica, musicale e culturale?
MGG: Sì, certo! Ho studiato chitarra classica nel conservatorio del Liceo di Barcellona, dove ottenni il mio diploma di livello intermedio, con il maestro Sergi Vicente, della scuola di Graciano Tarragó, e poi nel Conservatorio Superior Salvador Seguídi Castellón, con la Dottoressa Isabel Agut, della scuola di José Tomás, dove ottenni il mio diploma accademico.
In quello spazio di tempo ho seguito masterclasses di strumento con José Tomás, Carles Trepat e con Lei, Maestro Bonaguri, oltre a lezioni teoriche con il compositore Alejandro Civilotti. Poi ho ottenuto un master in filosofia all’università Raimond Lull di Barcellona, ed attualmente sono al terzo anno del dottorato di composizione in Portogallo, lavoro come insegnante nella scuola municipale di musica di Vallirana, svolgo regolarmente attività concertistica, mi dedico alla composizione e sono direttore artistico (oltre che fondatore) del Festival de Guitarra Clásica de Vallirana, che è nato in collaborazione con il Comune di Vallirana.
PB: Quali sono, secondo la Sua opinione, i "punti di forza" dei giovani chitarristi cinesi? E dove, a Suo parere, può essere loro utile l'apporto dei Maestri europei?
XG: Il "punto di forza" dei giovani cinesi è il fatto che hanno una buona abilità e che sono più centrati nell'investire su questo strumento. Però l'inconveniente del rapido sviluppo è la capacità di ignorare la difficoltà della musica ed ignorare il potere espressivo della musica. La chitarra si è sviluppata in Europa per secoli ed ha una luga storia. Il livello dei chitarristi è molto alto. Negli ultimi anni molti chitarristi europei sono venuti in Cina a dare concerti. I chitarristi cinesi possono godere la musica per chitarra a corta distanza. L'apprendimento "faccia a faccia" con i maestri ha un ruolo importante nello sviluppo della chitarra cinese.
PB: Come si sviluppa la Sua attività in questo senso?
XG: L'obiettivo della "Asociación Internacional de Arte de la Guitarra", AIAGE (www.aiage.es) è quello di diffondere nel mondo la cultura della chitarra. Ogni anno i membri di AIAGE sono invitati in Cina per dare vari concerti, masterclasses e corsi di educazione sulla chitarra. Allo stesso tempo invitiamo anche maestri di chitarra e chitarristi cinesi a venire in Spagna per studiare e scambiare le visite. Per migliorare il livello della chitarra in tutta la Cina dobbiamo per prima cosa fare evolvere la interpretazione ed il livello di insegnamento dei maestri cinesi.
Basandosi su questo, AIAGE riunisce i professori e pedagoghi e cattedratici dei conservatori di musica spagnoli. Gli educatori scrivono un "PIANO UNIVERSALE DI STUDIO PER L'INSEGNAMENTO DELLA CHITARRA" (con 3 diversi corsi di studio). C'è un settore di formazione dei docenti, piani di studio, esami internazionali per la promozione della chitarra in Cina, e nel mondo: nel futuro AIAGE si espanderà per includere più chitarristi in Europa ed in tutto il mondo. Gli educatori daranno concerti in Cina ed in Paesi asiatici in via di sviluppo.
I corsi "Master Classes International Guitar Education" formano professionisti della chitarra in questi paesi! Costoro sono anche invitati a studiare in Spagna per arrivare a realizzare scambi culturali internazionali e cooperazione!