di Cristiano Poli Cappelli
Cos’è la contemporaneità? Cosa comporta essere e creare immersi nell’oggi per un musicista? L’approccio culturale verso il nostro mondo ed il nostro panorama sociale, culturale, artistico non è semplice e non potrebbe essere diversamente. Qualcuno ha affermato che siamo giunti ad momento di notevole maturazione di quel pensiero post-moderno che ha avuto grande rilievo, fortemente caratterizzandolo, nel tardo 900.
Un’epoca, quella post-moderna, che ha messo in evidenza la fallibilità, l’imprecisione, l’incertezza degli scenari politici, economici, culturali e che ha messo in discussione molte certezze filosofiche.
Tornando alla materia che ci compete, la prima domanda che ci poniamo ascoltando un’opera come quella che stiamo recensendo è: cos’è, oggi, la musica contemporanea? Forse sarebbe giusto domandarsi se esiste un’esperienza musicale puramente contemporanea, ammettendo che questa definizione significhi qualcosa. Se spogliamo l’aggettivo “contemporaneo” di qualsiasi accezione di valore, potremmo affermare, con una certa semplificazione, che la musica contemporanea è qualsiasi espressione musicale del nostro tempo.
E se, da un lato, sul versante di quella chiamata “musica classica”, possiamo, in molti casi, prendere atto di una crisi della sperimentali e un sempre più frequente ritorno all’intellegibile, al minimalismo, alla tonalità, in breve al recupero di forme più “tradizionali”; da un altro punto di vista, non possiamo più ignorare l’enorme produzione musicale “altra”, dal jazz, al pop-rock con le sue infinite forme, dalla musica popolare alla musica elettronica.
Mai, forse, prima d’oggi, abbiamo assistito ad una tale iperproduzione di esperienze musicali, mai tante classificazioni di generi, spesso poco distinguibili tra loro, se non dagli addetti ai lavori, ma che hanno diverse identità e spesso sono frutto di contaminazioni ed influenze reciproche.
In un certo senso questo bel cofanetto di Sergio Lavia, chitarrista argentino di origine italiana, ci mostra come la musica colta possa incontrarsi in modo perfetto con quelle esperienze elettroniche, tipiche di “una” esperienza della contemporaneità, esperienze che si fondono con l’arte, la pittura, la materia, la letteratura, il video..
Il cofanetto, molto ben curato, pubblicato da Sinfonica, contiene un CD ed un DVD ed alcuni testi scritti dall’autore. Si tratta di un qualcosa a metà strada tra un Cd ed una vera e propria pubblicazione letteraria.
Il Dvd rappresenta a nostro parere il mezzo di ascolto che più consente all’ascoltatore di calarsi in un viaggio che potremmo definire spirituale ed esteticamente entusiasmante. Un viaggio che ci farà ascoltare le tre opere contenute: la Fantasìa de arpegios e due “suite”: Saudalgia, che contiene 4 Saudalgie, ed una seconda Suite chiamata “Suite de los espejos”.
Queste opere inedite sono presentate come opera d’arte musicale e visuale-percettiva, proprio perché nell’impulso creativo di Lavia sembra esservi un tentativo, peraltro splendidamente riuscito, di unire, come dicevamo, più forme d’arte.
Sembra quasi che la musica debba necessariamente essere ascoltata con la visione delle immagini delle sue opere pittoriche, riprodotte nei video, volutamente statico, ipnotico, e con la lettura delle note letterarie che accompagnano i brani. Si tratta di musica complessa, richiestiva di attenzione ed immersione in un mondo sonoro molto particolare, che unisce l’elettronica a suoni più classici; musica piena di contraddizioni, contrasti ed elaborazioni.
I quadri che accompagnano l’ascolto sono realizzati dallo stesso Lavia, che si dimostra artista eclettico e a tutto tondo, e sembrano originare dallo stesso tipo di necessità di elaborazione, di contaminazione e modificazione della materia: una sorta di operazione distruttrice ma, allo stesso tempo, creatrice, manipolatrice.
I suoi dipinti nascono dalla tradizione dell’acrilico ma vengono uniti alla grafica digitale, forati e lavorati con il fuoco. E così sembra nascere la sua musica, che prende vita dal manoscritto, dalla tradizione quasi non più esplorata del foglio, per poi subire una elaborazione elettronica, distorsiva..quasi una manifestazione della post-modernità come abbiamo iniziato questo articolo.
La Fantasía de arpegios Scritto nel 2010, è una composizione basata sugli "Estudios de arpegios" per chitarra solista. Come leggiamo da alcune note dello stesso autore è un collage di frammenti virtuosistici suonati dal solista e rielaborati con il programma Max / Msp, che si traduce in una forma a "finestre" in cui l'elettronica funge da punto di contatto tra materiali eterogenei. Il brano è diviso in due parti. Un brano in cui ogni evento sonoro sembra essere conseguenza di ciò che è avvenuto prima, in modo quasi delirante, evocativo. “La ilusión de una sucesión fantástica que en el gesto oculta la pauta…”.
La Saudalgia è una suite di quattro Saudalgie per chitarra amplificata e computer. Ambiguità e molteplicità, disintegrazione ed integrazione, spazi, distanze, in un dialogo continuo che condurrà, alla fine, all’uniformità della singola voce, quella della chitarra da cui tutti i suoni traggono origine.
La Saudalgia I è struttura in forma ternaria, quasi come una suite barocca, Veloce-Lento-Veloce, in cui suoni sembrano ruotare, inizialmente, attorno al semitono, ad una sorta di cellula primordiale, per poi trasformarsi costantemente nel corso del brano.
Nella Saudalgia II troviamo degli elementi maggiormente ritmici, percussivi, realizzati con la cassa della chitarra, accompagnati da ritmi di Samba e Chacarera realizzati con l’uso di soli due accordi.
La Saudalgia III è un brano completamente elettronico con una forte elaborazione progressiva effettuata con diversi software.
Termina la suite, Saudalgia IV, che nasce dall’elaborazione di una goccia d’acqua (omaggio a Luciano Berio?), un piccolo frammento di tango ed un ritmo di tambora elaborato in tempo reale. Vale la pena riportare lo splendido testo poetico, di Fabian Beltramino, che accompagna il brano
Gota a gota
Miles de modos de caer a tierra o de caer, a gotas
Permanecer en la caída
Solamente caer, como en un sueño, gota, gota
Guitarra, tambora, caja
Gota
Gota de tango. Minima. Absoluta
Gota, gota
Como lluvia de trópico o porteña
Hasta que silencio
Y gota
La Suite de los espejos è l’ultima opera di questo CD/DVD: sei brani di origine improvvisativa, in cui ogni effetto, ogni riflessione, ogni elaborazione elettronica viene realizzata in tempo reale, senza post produzione, con l’intenzione di invitare l’ascoltatore in un ennesimo viaggio percettivo, quasi psichedelico. Un viaggio nell’illusione della molteplicità delle chitarre, delle origini sonore, come a ricreare l’illusione ottica degli specchi e delle loro infinite riflessioni.
Capita molto raramente di ascoltare qualcosa di più suggestivo, emozionante di queste composizioni. Non siamo mai stati così distanti da un ascolto superficiale e da sottofondo. Si tratta di opere che richiedono attenzione, partecipazione, introspezione e Sergio Lavia ci dà tutti gli strumenti possibili per entrare in questo mood con la sua creatività e la sua capacità, unica, di creare quasi una nuova forma d’arte, destinata a coinvolgere tutti i nostri sensi.
Cristiano Poli Cappelli