di Cristiano Poli Cappelli
Vissuto tra il 1640 e il 1710, Gaspar Sanz è considerato il chitarrista compositore spagnolo più importante della sua epoca, vuoi per la qualità della sua opera, vuoi perché il personaggio si inserisce in un contesto di crisi per la musica strumentale spagnola che non vive un momento positivo per quasi tutto il 17º secolo.
Sanz è musicista esperto e colto che riesce a donare vitalità ad un panorama spagnolo impoverito dalla scomparsa del mecenatismo delle nobili famiglie spagnole. Nonostante l’enorme rilevanza della sua figura, ben poco si sa circa la sua vita.
Di famiglia agiatissima, segue gli studi di teologia, filosofia e musica presso l’Università di Salamanca. Di fondamentale importanza è il suo soggiorno in Italia dove prosegue i suoi studi con G.C. Carissimi e Lelio Colista.
Vive per diversi anni a Napoli dove è organista per il viceré Spagnolo: la tradizione musicale popolare napoletana avrà notevole influenza nelle sue composizioni per chitarra. Sanz frequenta anche l’ambiente musicale romano e chitarristi come Foscarini, Granata, e Corbetta.
Tornato in Spagna inizia la sua opera didattica e compositiva: diventa maestro di Don Juan, figlio del Re Filippo IV e Maria Calderon.
È a lui che viene dedicato il Libro I delle sue “Instrucciòn de Mùsica sobri la Guitarra Espanola”, pubblicato nel 1674. A questo primo libro seguiranno gli altri due, pubblicati nel 1675 e, successivamente ripubblicati nel 1697 con lo stesso nome: in questo volume è contenuta tutta l’opera del compositore, pregevole anche per il fatto che le edizioni vengono curate dallo stesso Sanz.
Le Instrucciòn sono, da un lato, un’opera didattica, dall’altro una summa chitarristica dell’epoca, contenente composizioni da realizzare con le diverse tecniche conosciute. Non si tratta di un lavoro destinato a dilettanti ma, al contrario, una raccolta rivolta a chi desidera eccellere nell’arte chitarristica.
I 3 libri contengono infatti una serie di brani da eseguire con la tecnica del rasgueado e del punteado (a corde pizzicate) anche se la maggior parte di questi brani sono concepiti per quest’ultima tecnica e, in diversi casi, richiedono all’interprete di cimentarsi con una tecnica mista. In questo stile compositivo possiamo riscontrare una certa diversità rispetto alle intavolature italiane dove l’inserimento degli accordi è decisamente maggiore rispetto a quanto avviene nelle opere di Sanz dove è ridotto al minimo.
Interessante la scelta compiuta a favore dell’uso del sistema italiano per l’uso di accordi tramite alfabeto: si tratta di un sistema in cui ad ogni accordo viene assegnata una lettera maiuscola laddove, ad esempio la lettera C indica l’accordo di Re maggiore, la lettera E il Re minore, la lettera A indica il Sol maggiore, ecc.
Tra le opere contenute nella raccolta troviamo Pavane, Gagliarde, Espanoletas (scritte dal compositore in una forma con variazioni). E ancora opere in forma di danza come Villano, Jacaras e il celebre Canarios - danza sincopata originaria delle isole canarie - che riflettono la realtà musicale spagnola del suo tempo. Non mancano in questa raccolta, opere con una visione meno “nazionalistica”, frutto del periodo vissuto in Italia e che tanta influenza ha avuto sul compositore spagnolo. Troviamo infatti brani come La Tarantela, Saltaren, Baile de Mantua, evidentemente ispirati alla tradizione napoletana. E ancora, non mancano citazioni alle musiche di altri paesi europei come la Zarabanda Francesa, la Jiga inglesa, la Manina de Portugal: la figura di Sanz è una figura di notevole visione cosmopolita.
Nell’opera troviamo anche elementi su regole di scrittura, realizzazione di bassi per la chitarra barocca ed altri aspetti che innalzano ulteriormente l’importanza dell’opera.
Alberto Mesirca si cimenta nella lettura di questi brani, imbracciando una chitarra del liutaio Stephen Murphy ed eseguendone sostanzialmente tutta la musica contenuta nella pubblicazione di Sanz. Le uniche omissioni sono alcune danze eseguite in stile rasgueado che hanno solo valore esemplificativo e le armonizzazioni contenute nella parte relativa all’accompagnamento.
L’interpretazione che ci troviamo ad ascoltare è davvero di notevole rilievo. Si tratta innanzi tutto di un lavoro dalla grande importanza enciclopedica, che ci dà una lettura di tutta l’opera di Sanz in un’unico cofanetto e a noi studiosi e studenti una visione d’insieme dell’opera dell’autore spagnolo.
Da un secondo punto di vista il lavoro di Mesirca è di notevole fattura artistica ed interpretativa. Le sue letture sono supportate da una notevole conoscenza della prassi strumentale dell’epoca e questo impreziosisce ulteriormente il suo lavoro. Non è mai semplice cimentarsi con questa sicurezza con opere la cui lettura non può essere affidata al caso ma, al contrario, deve per forza di cose affondare le fondamenta su una profonda conoscenza della musica antica, delle prassi esecutive, diverse di Paese in Paese, da autore ad autore, da strumento a strumento. Basti pensare alla scelta sapiente che Mesirca fa delle ornamentazioni, applicate con gusto e assoluta sicurezza.
Il nostro chitarrista esegue di queste musiche è anche estremamente personale: ad esempio cerca di unificare e “sintetizzare” differenti danze che appaiono più di una volta nel testo di Sanz, unendovi la loro rispettiva parte eseguita in stile rasgueado, come indicato dallo stesso compositore. Ancora, in altri casi, Mesirca arrangia danze originalmente scritte solo in stile rasgueado aggiungendovi la sezione punteado scrivendola di suo pugno, come nel caso de La Tarantela, o, come nel caso di Baile de Mantua, rifacendosi allo stesso brano da cui trae ispirazione Sanz, ovvero “Fuggi, fuggi fuggi da questo cielo” di Giuseppe Cenci. Un’opera di grande valore, interpretazioni sicure, colte e brillanti rendo questo un cd importante, splendidamente inciso, di un chitarrista di cui ben conoscevamo il valore e che ci regala un lavoro di cui avevamo bisogno e che resterà nel tempo tra le migliori interpretazioni di Sanz.
Cristiano Poli Cappelli