Fenesta ca lucive

 

di Alessandro Altieri

sandroaltieri@alice.it

Il brano inizia con l’esposizione della bella introduzione “vibrata” – imitare, per quanto possibile, il suono del violoncello - per la quale raccomando di rispettare la diteggiatura, specie per quanto attiene alla indicazione delle corde da utilizzare.


Subito dopo, richiamando, (non è un caso!) l’atmosfera del 1° Preludio di Villa Lobos, si prosegue con la prima parte della melodia esposta al basso (corde 5a e 4a) con accordi di accompagnamento ad intervalli di seconda ed il basso marcato


Fenesta ca lucive e mo nun luce...

sign'è ca nénna mia stace malata...


per poi passare, stessa melodia, all’ottava superiore, con il canto da eseguirsi sulla prima corda.


S'affaccia la surella e che me dice?

Nennélla toja è morta e s'è atterrata...


Dopo la terribile, crudele quanto inattesa notizia della perdita dell’amata, il canto prosegue l’esposizione dell’intera romanza, alternando le ottave, fino alla macabra chiusa


Chiagneva sempe ca durmeva sola,

mo dorme co' li muorte accompagnata...


che si ripete due volte - rallentando e morendo la seconda - e fino alla riproposizione della introduzione, questa volta all’ottava superiore, molto delicata e cantabile.


Il finale, rallentando e perdendosi negli armonici che concludono, evidenzia tutta la disperata certezza che lei non ci sia ormai più


E' morta nenna vosta, ah, si chiagnite,

Ca quanto v'aggio ditto e' beritate!"


e che l’amore che univa i due cuori sia perso per sempre, come, ahimé, è destino per ogni cosa della nostra vita.


Grazie per avermi sopportato anche stavolta.

Un e-bbraccio a tutti voi. 


Alessandro Altieri




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