O’ Marenariello

 

di Alessandro Altieri

sandroaltieri@alice.it

DUE PAROLE SULLA TRASCRIZIONE

Tonalità di La, grado di difficoltà mediamente semplice. La trascrizione inizia con il celebre intro (accordo di Mi4 con La al basso) per passare immediatamente, dopo due battute di arpeggio di crome, alla esposizione del canto in modo minore.

Oje nè, fa priesto, viene!
Nun mme fà spantecà!
Ca pure 'a rezza vene
Ch'a mare stò a menà.

Qui la raccomandazione è – oltre che, come al solito, quella di far risaltare il canto –di tenere l’arpeggio sempre fluido, imitando la mano sinistra del pianoforte, in modo da dare l’impressione che l’accompagnamento di crome sia sempre presente, anche nei momenti in cui si è, giocoforza, costretti ad interromperlo per le caratteristiche intrinseche del nostro strumento. Dopo due righe di melodia in minore – curate che la risposta all’ottava superiore suoni quasi come una eco - il canto passa al modo maggiore …

Meh, stienne 'sti bbraccelle,
Ajutame a tirà!
Ca 'stu marenariello
Te vò semp'abbraccià.

… e la melodia si allarga, si fa più ariosa, più festante. Il piccolo “marenaro” non vede l’ora di abbracciare la sua bella. Alla battuta 26, appena prima del ritornello, vi propongo una piccola cadenza, anche se va da sé che ognuno potrà inventarne una di suo gradimento, magari improvvisando sull’accordo di Mi7, senza dover necessariamente attenersi a quella segnata in partitura … anzi! Ricordo, come sempre, che anche in questa occasione il file allegato Mp3 deve considerarsi una semplice “guida” e non necessariamente riporta pedissequamente tutte le note segnate nello spartito.

Poi il “marenariello” supplica la sua amata …

Vicin'ô mare
Facimmo 'ammore,
A core a core
Pe' nce spassà.


… così la trascrizione prosegue con il ritornello – sempre più speranzoso ed “aperto” – che viene esposto conservando l’accompagnamento coi bassi in ottavi, come nella parte minore, ma con bicordi in terze per quanto riguarda la melodia (cantano il soprano ed il contralto). Anche qui mi raccomando di evidenziare bene i due fraseggi (mano sinistra e destra del pianoforte, per capirci!) e di tenerli “distinti e separati” assegnando ad ognuno il ruolo che gli compete.


Sò marenaro
E tiro 'a rezza;
Ma p'allerezza
Stong'a murì.


Si ritorna al modo minore e si ripete, tranne che per piccole variazioni qua e là, la strofa daccapo. Prima del secondo ritornello vi propongo ancora una piccolissima cadenza, con le medesime raccomandazioni di poc’anzi, che fa da preludio ai mandolini-tremolo del finale; i quali, a battuta 33, si interrompono culminando sull’accordo di Remin per lasciare di nuovo il posto al duo contralto\soprano che, rallentando e morendo, canta la parte finale della canzone.

Un arpeggio di La+ in perfetto stile Tarrega\Recuerdos chiude questo lavoro di trascrizione ed ogni volta che l’ascolto, scusate la romanticheria, mi sembra di rivedere quel vecchio disco a 45 giri, dall’etichetta blu e dai tanti, troppi graffi, che traballa incerto sul giradischi del mì babbo.

Ad ogni modo, sperando che questa trascrizione possa risultare, ancora una volta, di Vs. gradimento, vi do’ appuntamento alla prossima ed attendo i Vs. sempre graditissimi commenti al mio indirizzo di posta elettronica.

Grazie per avermi sopportato anche questa volta.

Un e-bbraccio a tutti Voi.

Alessandro Altieri