di Marco Corsi
Parallelamente a Segovia però altri chitarristi hanno continuato la tradizione dello strumentista-compositore, ma senza riuscire ad ottenere in vita una fama e una popolarità nemmeno lontanamente paragonabili alle sue. Basti pensare, tra i più illustri, ad Agustín Barrios Mangoré (1855-1944) che, nonostante la sua ricca, varia e pregevole produzione, rimase praticamente nell’ombra mentre l’astro di Segovia brillava sempre di più.
Agustin Barrios Mangoré (1885-1944)
Il primo chitarrista che gradualmente ha riconquistato un ruolo di spicco sia come esecutore che come compositore è probabilmente il cubano Leo Brouwer (1939).
Successivamente, mentre Brouwer abbandonava l’ambito concertistico per dedicarsi a tempo pieno alla composizione, si è assistito ad una progressiva riaffermazione a livello mondiale della figura del chitarrista-compositore grazie ad artisti come l’argentino Jorge Morel (1931), l’italiano Carlo Domeniconi (1947), i brasiliani Paulo Bellinati (1950) e Sergio Assad (1952), il francese Francis Kleynjans (1951), il boliviano Jaime M. Zenamon (1953), il russo Nikita Koškin (1956) o l’americano Andrew York (1958).
Leo Brouwer (1939)
Roland Dyens, insieme a tali nomi, è prolifico erede di questa tradizione che amplia, rinnova e caratterizza sempre più gli orizzonti del repertorio chitarristico, sia con una ricerca di nuove estetiche, sia attraverso l’integrazione di materiale proveniente dalle più disparate realtà musicali che oggi coesistono.
Un'idea sul pensiero di Dyens riguardo alla figura del musicista che opera unicamente da interprete ce la fornisce un passo tratto da un'intervista da lui rilasciata nel 2006:
“Gli scultori creano sculture, i pittori creano dipinti. Ma per quanto riguarda i musicisti? La maggior parte di loro nel mondo classico sono come vampiri in grado di succhiare il sangue di altri. Spesso dicono: 'noi creiamo riproducendo pezzi altrui'. Non è la stessa cosa, non è creazione. Creazione, prima di tutto, è una sorta di vuoto, una pagina bianca.” […] “Dicono: 'anche noi siamo creatori'. Mi dispiace... non esattamente. Noi ricreiamo Schumann, ricreiamo Sor, ma non è la stessa cosa. […] Un musicista non è un artista completo se non è in grado di improvvisare, di comporre, di analizzare quello che sta per suonare.” 1
È anche il simbolo della coppia 'chitarrista-compositore', l'incarnazione di questa linea, di questa tradizione solida che abbiamo noi chitarristi. E io sono una delle milioni di maglie di quella lunghissima catena.” […] 2
Fernando Sor - “Le Calme” Op.50
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1. In “An Interview with Roland Dyens“, Sofia Mazi; magazine musicale online “TAR”( Arnea-Haikidiki, Grecia 23/07/2006).
2. Estratto dall'intervista rilasciatami nel 31/01/2012.
Tra tutti i chitarristi-compositori sopra citati il prediletto da Dyens è sicuramente Fernando Sor.
Parlando di lui infatti sostiene:
[…] “è secondo me il più grande genio della storia della chitarra. Nessuno scrive cosi bene. Le sue composizioni sono perfette dal punto di vista sia armonico che melodico.