IL PERIODO ITALIANO DI FERDINANDO CARULLI
Un nuovo inquadramento in occasione del 250° Anniversario della nascita del compositore
Parte I
LA BIOGRAFIA: nuovi dati
(4-7-2020)
Introduzione
Ferdinando Carulli è uno dei maggiori maestri della chitarra Sette-Ottocentesca. Quest'anno ricorre il suo 250° anniversario della nascita, ricorrenza purtroppo funestata dalle note vicende legate all'emergenza mondiale della pandemia da Coronavirus che hanno fatto passare in sordina – giustamente! - le celebrazioni previste in suo onore.
In occasione di quest'importante Anniversario mi è parso doveroso ricordare comunque il musicista, offrendo ai lettori una panoramica aggiornata sulle ultime novità emerse dagli studi che conduco da anni sull'autore.
Nei confronti di Carulli mi lega, infatti, un particolare ed istintivo affetto, sia per la comune appartenenza napoletana (entrambi siamo nati a Napoli!), sia perché le sue opere hanno guidato le mie prime mosse sulla chitarra, svelandomi i segreti e la bellezza dello strumento e facendomene innamorare sin da subito!
La trattazione sarà divisa in due parti e si concentrerà sulle vicende biografiche e musicali di Carulli e della sua famiglia, in un inquadramento circoscritto al periodo “italiano”, quello ancora alquanto lacunoso di notizie, che va dalla data di nascita del musicista, il 1770, fino al 1808/1809, data del suo trasferimento definitivo a Parigi.
Nella prima parte saranno illustrati gli aspetti più squisitamente biografici dell'autore, relativi agli anni giovanili napoletani e quelli successivi trascorsi tra la Toscana e l'Italia del Nord, integrando in un ritratto denso di novità i miei aggiornamenti con quanto già conosciuto.
Nella seconda parte sarà invece trattata con argomentazioni inedite l'analisi della produzione e dello stile compositivo del musicista, mettendo in luce il pieno legame del compositore con i dettami della coeva celebre Scuola Musicale Napoletana e gli influssi avuti sul suo stile da parte di alcuni dei massimi esponenti dell'epoca di questa Scuola, uno tra tutti Domenico Cimarosa.
L'esposizione, come detto, si fermerà alla data della partenza di Carulli per Parigi, il 1809. In questa città il maestro napoletano, come ben si sa, vivrà un lungo periodo ricco di successi e affermazioni, periodo in gran parte già meglio studiato, grazie alla relativa maggiore abbondanza di dati reperibili.
S'intende con questo lavoro fornire, dunque, degli elementi utili per un nuovo inquadramento critico dell'autore, nella speranza che questo possa stimolare nuovi spunti di riflessione tesi a superare gli atteggiamenti a volte superficiali spesso adoperati negli approcci al musicista. Va detto, infatti, che Carulli, pur se sommamente apprezzato e acclamato alla sua epoca, ha subito ai giorni nostri un destino abbastanza ingrato da parte della storiografia musicale, che lo ha di fatto relegato in un ruolo di secondo piano rispetto ad altri altrettanto celebri chitarristi suoi contemporanei. A destare unanimi riconoscimenti è solo il suo celebre Metodo Op. 27[a],
opera didattica per antonomasia che è riuscita a superare indenne l'oblio del tempo, godendo sino ad oggi di una fama incondizionata. A parziale discolpa di questi atteggiamenti, c'è anche da dire che il valore artistico espresso da Carulli nella sua vastissima produzione è stato alquanto altalenante (sono più di 360 i lavori pubblicati con numero d'opera, più tantissimi altri tra quelli dati alle stampe senza numero d'opera e rimasti manoscritti). Pagine di maggior pregio si alternano, infatti, a un gran numero di opere minori concepite per gli “amateurs”, cosa che ha spesso indotto tanti a errate conclusioni e a una sorta di generica sottovalutazione del musicista, basata spesso solo su cliché privi di reali fondamenta. Certamente, anche l'oggettiva difficoltà di reperimento di dati attendibili, specialmente riguardanti il suo periodo giovanile “italiano”, ha contribuito a restituire un ritratto poco veritiero del musicista. Proprio su questo periodo, invece, tante sono le nuove acquisizioni riemerse, in termini di pagine di musica e di dati biografici e musicali, che stanno riservando piacevoli sorprese.
Prima di iniziare la trattazione, mi preme ricordare i tanti validi lavori svolti in precedenza sull'autore, tra cui quelli di Mario Torta1 (autore del Catalogo Tematico delle opere pubblicate del musicista), Mario Dell'Ara2, Marco Bertazzi3 e Ruggero Chiesa4 (usciti tra la fine degli anni '70 e gli inizi dei '90), nonché i contributi più recenti di Romolo Calandruccio pubblicati su dotGuitar5.
A questi, si sono negli anni uniti i miei contributi, rappresentati da numerose pubblicazioni e revisioni di brani inediti e da continue ricerche condotte sull'autore, i cui risultati sono stati oggetto di conferenze tenute in varie istituzioni internazionali. Da segnalare, anche, la fondazione presso il Conservatorio “N. Sala” di Benevento di un Convegno annuale dedicato all'autore (ideato, diretto e curato dallo scrivente), che, nel corso di varie edizioni (che hanno già visto la presentazione di gran parte dei dati qui riportati), ha ospitato numerosi studiosi e artisti di grade fama, imponendosi come una delle maggiori manifestazioni di rilievo - se non l'unica! - a livello mondiale dedicate a Ferdinando Carulli6.
Un doveroso ringraziamento, per la gentilissima l'accoglienza su queste pagine, va al direttore di dotGuitar, Lucio Matarazzo, con cui condivido la comune passione per Carulli (che ci ha portato spesso anche a calcare le scene insieme!), e a Mario Torta, che sin dagli esordi dei miei studi carulliani (ahimè, tanti anni fa!) con fattivo e reciproco spirito di collaborazione ed amicizia mi ha spronato tantissimo nel perseguirli ed approfondirli, infondendomi ancor più passione nei confronti dell'autore!
Il periodo napoletano: nuove acquisizioni
Ferdinando Carulli nasce a Napoli nel 1770, da una famiglia borghese di origini pugliesi. Si deve a Mario Torta7 il rinvenimento alla fine degli anni '80 del suo atto di battesimo, che ha permesso di ricostruire sia l'esatta data di nascita del musicista che i reali nomi dei suoi genitori. Numerose fonti, in passato, ritenevano, infatti, erroneamente il celebre letterato Giovanni Giuseppe Carulli come padre del chitarrista. Il rinvenimento dell'atto di battesimo originale nei registri della Chiesa di S. Anna di Palazzo di Napoli (chiesa nella quale era stato battezzato anche il pittore Luca Giordano), ha, infine, risolto l'enigma, indicando con certezza che Ferdinando Carulli (battezzato con l'altisonante nome di Ferdinando Maria Meinandro Francesco Pascale Rosario Carulli) nacque a Napoli il 9 Febbraio 1770 in via Nardones (a pochi passi dal Palazzo Reale e dal Teatro di San Carlo),
figlio non di Giovanni Giuseppe ma bensì di suo fratello Michele Carulli, mentre la mamma si chiamava Patrizia Federici. Entrambi i fratelli, Giovanni Giuseppe e Michele, erano di origini pugliesi, ma risiedevano a Napoli dove svolgevano degli incarichi a corte. Inesistenti, invece, le notizie sulla madre, Patrizia Federici, che secondo Torta era presumibilmente di famiglia napoletana.
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NOTE
1 Mario Torta, Catalogo tematico delle opere di Ferdinando Carulli, LIM, Lucca, 1993; Mario Torta, Ferdinando Carulli, ed. Centro Culturale «Fernando Sor», Roma, 1988; Mario Torta, Ferdinando Carulli, La vita, Cenni sulla produzione, Alcune considerazioni di stile, Speciale Guitart; Mario Torta, Ferdinando Carulli, e la nascita della chitarra moderna, Stampato a cura dell'Orchestra da Camera di Caserta, 1996; Mario Torta, Sonatina per chitarra di Ferdinando Carulli, in MUSIC@ n.23, mag-giu 2011, pag.35-46 inediti. Si ricorda, a tal proposito, che in questo articolo tutte le indicazioni e le classificazioni dei lavori citati si rifanno a quanto indicato nella catalogazione proposta da Torta nel proprio Catalogo Tematico.
2 Mario Dell'Ara, Ferdinando Carulli, 1770-1841, «Il Fronimo», EDZ, Milano, ANNO VII – N. 28, 1979
3 Marco Bertazzi, Ferdinando Carulli chitarrista compositore, Genova, ERGA, 1983
4 Ruggero Chiesa, Il repertorio chitarristico. Un punto sulla situazione. Parte terza. Il periodo classico (1800-1840), «Il Fronimo», EDZ, Milano, n. 75 aprile 1991
5 Romolo Calandruccio, Ferdinando Carulli, Gli Amori di Adone e Venere, Sonata Sentimentale Op. 42, su www.dotGuitar.it; Romolo Calandruccio, La didattica di Ferdinando Carulli, dall'Op. 27 all'Op. 241, L'evoluzione della sua tecnica e del linguaggio musicale, su www.dotGuitar.it
6 Piero Viti, concertista e docente titolare di Chitarra nel Conservatoio “N. Sala” di Benevento, da anni conduce ricerche specifiche su Ferdinando Carulli. Nel 2004 ha pubblicato per le Edizioni Ut Orpheus, in collaborazione con il flautista Salvatore Lombardi, alcune trascrizioni inedite per flauto o violino e chitarra di Carulli tratte da Ouvertures di Rossini (Tancredi, Edoardo e Cristina) e due raccolte inedite di Jean-Louis Tulou e Ferdinando Carulli (Trois Airs Italiens, Six Airs Italiens); per le stesse edizioni dirige la collana Guitar Rarities, nella quale ha di recente pubblicato due opere inedite di Carulli tratte dai manoscritti del Fondo Marefoschi-Compagnoni: Carulli, 4 Duets for 2 Guitars, (from the Compagnoni-Marefoschi Collection), Edited by Piero Viti and Filomena Formato – Guitar Rarities, General Editor: Piero Viti, Ut Orpheus, 2017; Carulli, Gran Duetto (Sonata) for 2 Guitars, (from the Compagnoni-Marefoschi Collection), Edited by Piero Viti and Filomena Formato – Guitar Rarities, General Editor: Piero Viti, Ut Orpheus, 2017. Tiene da anni conferenze in importanti istituzioni in Italia e all'estero incentrate sui risultati delle proprie ricerche su Ferdinando Carulli: Convegno “Ferdinando Carulli, maestro napoletano della chitarra”, anni 2012-2013-2014-2015-2016-2017-2018 presso il Conservatorio “N. Sala” di Benevento; Conservatorio di Sassari 2014; Conservatorio di Campobasso 2015; Conservatorio di Bologna 2015; XXVIII Convegno Chitarristico – Roma Università “La Sapienza” 2015 (in collaborazione con Lucio Matarazzo); Appalachian State University – Boone (Nord Carolina) 2017; Festival “Paganini” di Parma 2017; Italian Guitar Campus 2019. Ha, inoltre, fondato un gruppo di ricerca dedicato al compositore presso il Conservatorio “N. Sala” di Benevento e ha ideato e fondato nel 2012 il Convegno Internazionale “Ferdinando Carulli: maestro napoletano della chitarra”, di cui è anche curatore scientifico, che si svolge a cadenza annuale nello stesso Conservatorio, giunto lo scorso anno alla sua VIII edizione.
Ferdinando Carulli
Metodo Op. 27[a], (Parigi, Carli, 1810/1811)
Veduta del Teatro di San Carlo di Napoli da una stampa d'epoca