Progetto

Ferdinando Carulli

Coordinatori: P.Viti - L.Matarazzo

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di Piero Viti

Da segnalare ancora il tenore del possessore di questi manoscritti, in quanto Augusto Kestner, nato ad Hannover nel 1777, operò a lungo in Italia come “segretario di cancelleria segreto nel servizio statale” di questa città, ricoprendo incarichi di prestigio a Roma, presso la Santa Sede, e a Napoli; fu anche pittore dilettante ed appassionato di arti e archeologia, al punto da fondare nel 1829 l'Istituto di Corrispondenza Archeologica, che divenne in seguito Istituto Archeologico Germanico33. Tra l'altro la città di Hannover potrebbe segnare un possibile legame di Kestner in Toscana con la cerchia del già citato Carl Grabau, che a Livorno ricopriva per l'appunto la carica di console di Hannover.


Tra il 1807 e il 1808 altri segnali più forti indicherebbero, infine, una presenza di Carulli nel Nord Italia, in Lombardia o anche in Emilia, anche esse regioni amministrate dai Francesi (ricordiamo, infatti, che in quegli anni sia la Lombardia che parte dell'Emilia erano incluse nel Regno d'Italia fondato da Napoleone Bonaparte dopo la sua incoronazione a Re d'Italia avvenuta nel 1805 a Milano). Al 1807/1808 risalgono, infatti alcune pubblicazioni di brani per gli editori milanesi Ricordi, Re e Monzino, per cui è ipotizzabile una presenza del compositore in quella città o almeno l'esistenza di contatti avuti personalmente con l'ambiente milanese.


L'analisi da me condotta su altre fonti inedite, mai citate prima in altri lavori, permette, poi, di ipotizzare che Carulli prima del definitivo addio all'Italia sia stato verosimilmente per qualche periodo a Bologna, dato questo mai riportato in precedenti biografie. I contatti con questa città dovevano essere già preesistenti, come testimonia un manoscritto della Sonata Sentimentale Gli amori di Venere ed Adone dell'autore, datato “dicembre 1802, Bologna”, da me rinvenuto in Internet nell'ambito di alcune partiture andate in vendita di recente per la Casa d'Aste Gonnelli di Firenze34.


Altre fonti suggeriscono indizi più rilevanti su un'effettiva presenza più stanziale del compositore avvenuta in seguito nella città emiliana. Infatti, ho rinvenuto tra le partiture conservate nella Biblioteca di Stato di Monaco di Baviera un dato inedito, non segnalato prima in letteratura, riguardante un interessantissimo manoscritto appartenuto ad un certo Camillo Zoli, contenente una Sonata di Carulli per chitarra intitolata genericamente: Addio ai Bolognesi35. Analizzandone i contenuti ho potuto ricavare che tale Sonata corrisponde per intero alla Sonata Addio di Ferdinando Carulli in occasione della sua partenza dall'Italia, dedicata ai suoi Amici, anni fa riscoperta e pubblicata con una propria revisione da Frédéric Zigante36. Tale Sonata, come illustrato da Mario Torta nella prefazione dell'edizione di Zigante, fa parte del ciclo delle cosiddette Sonate Sentimentali composte da Carulli, che nel periodo italiano comprende, oltre le già citate, Napoleone al Tempio della Gloria e Gli Amori di Adone e Venere, anche la celebre sonata La Tempesta (pubblicata in seguito in Francia con il titolo di L'Orage Op.2 [a]).

Le tre composizioni sono state rinvenute insieme all'Addio in una raccolta manoscritta appartenuta ad un certo Damiano Minguzzi, conservata oggi nella Biblioteca Comunale di Forlì37. La versione manoscritta appartenuta a Zoli, da me ritrovata, invece, nella Biblioteca di Monaco di Baviera, con il suo riferimento alla città di Bologna nel titolo, permette quindi di contestualizzare meglio le possibili vicende biografiche del compositore svoltesi nell'ambiente bolognese. Il fatto che Carulli rivolga agli amici di Bologna il suo saluto prima della partenza dall'Italia - che sappiamo sarà definitiva -, sembrerebbe più di una prova che il compositore abbia soggiornato proprio in questa città nel suo ultimo periodo trascorso nella penisola; tra l'altro anche il manoscritto ritrovato a Forlì, da cui è stata tratta l'edizione di Zigante, dimostrerebbe la genesi e la diffusione dell'opera (mai pubblicata e mai citata prima della sua riscoperta) in maniera esclusiva solo in ambienti di influenza territoriale “bolognese”.


Una possibile permanenza del compositore a Bologna verrebbe ancor più confermata da un altro documento inedito, anch'esso mai preso prima in considerazione, che ho recentemente individuato nella “Bibliothèque Nationale de France” di Parigi. Si tratta di una lettera inviata in Francia a Carulli nel 1830 da un suo amico, Francesco Palazzi, stimato medico primario chirurgo dell'Ospedale di S. Orsola e professore nell'Università di Bologna38.


In questo documento si evince un'amicizia e una conoscenza di vecchia data da parte del professore con tutta la famiglia del compositore, compreso il figlio e la consorte, inoltre, si parla di amici comuni bolognesi, con l'annuncio della scomparsa avvenuta a Bologna di un amico comune, tal Giuseppe Mazzieri. In più, ci si riferisce anche ad un altro amico comune, tal Aldini, identificabile forse con il bolognese Giovanni Aldini, fisico e accademico, nipote di Galvani e fratello di Antonio Aldini, celebre avvocato che ricoprì numerosi incarichi politici nella Repubblica Cisalpina e nel Regno d'Italia come segretario personale di Napoleone Bonaparte39.


La missiva contiene, tra l'altro, un ulteriore elemento di assoluto interesse, la risposta positiva ad una “raccomandazione” chiesta per il figlio Gustavo da Carulli a Rossini, con l'intermediazione dello stesso professore Palazzi, per un non ben precisato incarico da svolgere a Londra40.


Il tono della missiva, da vecchi amici, ed i riferimenti ad amici comuni di Bologna, tutti altolocati, rimanderebbero ad una salda e radicata rete di conoscenze maturata direttamente a Bologna, negli ambienti che all'epoca contavano, confermando così la possibile lunga permanenza avuta in città dal compositore. E chissà se tra gli amici dell'Addio ai Bolognesi non ci siano stati proprio alcuni dei personaggi citati nella lettera! Un'ultimissima annotazione biografica da non poco, ricavabile ancora dalla lettera, riguarda, invece, la moglie di Carulli, Marie-Joséphine Boyer.


Il professor Palazzi dimostra nel suo scritto di ben conoscerla, anzi ci fa intendere di aver anche già incontrato la famiglia del compositore in un suo precedente viaggio a Parigi. Dal tono familiare con cui nella lettera rivolge i suoi saluti finali al compositore, alla sua consorte e a loro figlio Gustavo, tutto fa intendere che la Boyer dovesse essere stata ancora floridamente in vita a Parigi alla data del 1830, data appunto di invio della missiva da Bologna da parte del professor Palazzi. Questo documento, insieme all'atto di battesimo di Gustavo a Livorno, sono le sole due uniche evidenze certe riguardanti la moglie di Carulli!


C'è infine un'altra figura che lega il compositore a Bologna, ed è quella di Camillo Rubini, chitarrista dilettante di un certo prestigio dell'epoca, possessore di una ricca collezione di partiture manoscritte per chitarra oggi sparsa in numerosi fondi e biblioteche41. Tra le partiture appartenute a Rubini, ve ne sono molte con musiche di Carulli, inoltre è segnalata anche una curiosa riduzione per due chitarre, curata dallo stesso Rubini, della Sonata Gli Amori di Adone e Venere. Le partiture appartenute a Rubini sono siglate da un caratteristico timbro ovale recante le iniziali CR dello stesso Rubini. Molti di questi manoscritti sono passati in seguito nella collezione dell'abate maceratese Pacifico Bernetti, poi, confluita nel celebre fondo musicale Marefoschi-Compagnoni.


Tra i manoscritti di Rubini, ce n'è uno in particolare siglato sempre con lo stesso timbro ovale, oggi appartenente alla mia collezione privata, che risolverebbe la querelle sviluppatasi anni or sono sulla reale attribuzione dei Tre duetti per violino e chitarra Op. 5[c] pubblicati a suo nome da Carulli a Vienna presso l'editore Mollo intorno al 1809. Infatti, di quest'opera si conosceva un'altra versione, manoscritta, intitolata Tre Notturni, avente una differente destinazione strumentale, per il mandolino e chitarra, attribuita a Filippo Gragnani. Ciò aveva ingenerato un'accesa discussione tra i mandolinisti, che con la riscoperta della pubblicazione a stampa di Carulli per violino e chitarra - ritenuta a buona ragione versione originale dell'opera -, si erano visti depauperati di un importante titolo nel loro catalogo42. Il manoscritto della collezione Rubini

in mio possesso smentirebbe, invece, questa ricostruzione, fugando ogni dubbio sulla reale attribuzione a Filippo Gragnani del lavoro. Infatti, sul frontespizio del manoscritto il titolo dell'opera è confermato in Tre Notturni, la destinazione, però, conserva l'alternativa al violino o mandolino (curiosamente sul frontespizio la scritta del mandolino è cancellata con una spessa passata di inchiostro sovrapposta); come autore delle musiche, cosa più importante per redimere la questione, è, poi, chiaramente confermato il nome di Filippo Gragnani43. Ne possono essere ben lieti i mandolinisti, comunque, mandolino o non mandolino, resta l'enigma del perché Carulli si sia attribuito a Vienna un'opera non sua, ma dell'amico e fedele sodale Gragnani! Da quanto, quindi, emerso, è quindi plausibile che tra Carulli e Rubini ci siano stati dei contatti personali diretti e questo potrebbe essere un altro tassello utile a confermare la presenza a Bologna del compositore.


Con quest'ultimo dato terminano le nuove acquisizioni biografiche riguardanti il periodo italiano di Carulli, frutto delle ricerche che da anni conduco, e termina, anche, la narrazione delle vicende italiane del compositore comprese tra gli anni 1770 (anno della nascita del musicista) e il 1809 (il suo arrivo a Parigi).


Ricordiamo solo che secondo Zuth, Carulli partendo dall'Italia si recò prima a Vienna44 (lo confermerebbero le numerose edizioni viennesi ascrivibili dopo il 1808-1809), per poi trasferirsi definitivamente a Parigi. Non sappiamo se così fu realmente, Fétis dice che il compositore arrivò nella capitale francese nell'aprile del 1808, Torta, in base ad altri dati più attendibili, ritiene, invece, che Carulli sia giunto in Francia nel 1809, l'unica cosa certa è che il musicista il 25 maggio 1809 fece il suo trionfale debutto concertistico a Parigi, in un concerto memorabile nella sala del Théâtre Olympique che gli schiuse le porte del successo.


Da quanto sin qui narrato, la prima cosa a evincersi con forza è che Carulli al momento della sua  partenza per la Francia era già considerato nella propria patria un grandissimo artista, celebrato e apprezzato. Ne sono proprio testimonianza la quantità e il rango dei suoi ammiratori, sostenitori e mecenati e la grande diffusione di sue opere in Italia, con i tantissimi manoscritti oggi conservati in numerose biblioteche specialmente nelle regioni del Centro-Nord. Che fosse già un artista famoso e ammirato, lo stesso Carulli non ne faceva mistero, come si evince anche nel ritratto che fa di sé sempre nella lettera al figlio Gustavo contenuta nella prefazione alla prima edizione del suo Metodo45. Stranamente di questo felice periodo trascorso in Italia si è, poi, persa memoria, come se tutto fosse stato offuscato dallo straripante successo avuto in seguito oltralpe.


In conclusione, spero che questo articolo possa essere da sprono per una migliore conoscenza e comprensione della figura di questo importante maestro della chitarra e finisco solo, ribadendo ancora una volta, che siamo di fronte ad un artista straordinariamente amato e ammirato alla sua epoca, alla pari di altri musicisti di maggior calibro, non solo chitarristi, e che questo nel mondo della chitarra non è stato certo un privilegio concesso a tanti!



Piero Viti


CONTINUA



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NOTE



33 Marie Jorns, August Kestner und seine Zeit. 1777-1853. Das glückliche Leben des Diplomaten, Kunstsammlers und Mäzens in Hannover und Rom. Aus Briefen und Tagebüchern zusammengestellt, Hannover, Madsack, 1964.


34 Su un altro manoscritto della stessa Sonata rinvenuto nel Museo degli Strumenti Musicali di Brescia, Mario Torta segnala la presenza della dicitura “composta nel 1802” (Mario Torta, Catalogo Tematico, Op. cit.). Le due datazioni concordanti al 1802 presenti sui due manoscritti, quello andato all'asta a Firenze e quello citato da Torta, nonché la presenza su un altro manoscritto relativo alla stessa Sonata, custodito nella New York Public Library, della dicitura “Copiée février 1808”, confermerebbero che il brano vada attribuito al periodo italiano di Carulli, con una diffusione realizzatasi essenzialmente per via manoscritta; la prime pubblicazioni a stampa del lavoro sono, infatti, successive, per l'editore Mollo a Vienna intorno al 1809 e per l'editore Duhan a Parigi intorno al 1810 (Mario Torta, Catalogo Tematico, Op. cit.).


35 Addio ai Bolognesi / per Chitarra / Del Sigr Ferdinando Carulli, custodita nella Münchner Stadtbibliothek; in www.rism.info


36 Ferdinando Carulli, Adieu de Ferdinando Carulli: à l'occasion de son départ d'Italie, dédié à ses amis, rev. di Frédéric Zigante, Ed. Max Eschig, Parigi, 1994


37 Suonate Sentimentali / Per Chitarra a solo / di / Ferdinando Carulli / Raccolte da Damiano Menguzzi, in Biblioteca «Aurelio Saffi» di Forlì; prefazione a cura di Mario Torta in Ferdinando Carulli, Adieu… Op. cit.


38 Notizie di Francesco Palazzi in: Serafino Mazzetti, Memorie storiche sopra l'Università e l'Istituto delle scienze di Bologna, Tipi di Tommaso D'Aquino, Bologna, 1840; Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti, Volume 28, Nella stamperia del giornale presso Antonio Boulzaler, Roma, 1825; Rendiconto delle sessioni dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, dal novembre 1837 al novembre 1838, per i tipi di Jacopo Marsigli, Bologna, 1838; Rendiconto delle sessioni dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, dal 1839 al 1840; per i tipi di Jacopo Marsigli, Bologna, 1840


39 Ugh Chisholm, “Aldini, Giovanni”, Encyclopædia Britannica (11th ed.), Cambridge University Press, ed. (1911);

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2014/01/13/1009437-giovanni-aldini-scienziato.shtml


40 La lettera è conservata nella “Bibliothèque Nationale de France” di Parigi ed è consultabile sul portale www.gallica.bnf.fr.: [Lettre autographe signée adressée à Carulli, professeur de musique, Bologne, 10 mars 1830]. Il testo integrale, scritto in un italiano aulico e ricercato con grafia non sempre chiara, è il seguente:

“Preg.mo Amico, / Bologna lì 10 Marzo 1830. / Gratissimi mi furono i di lei caratteri e nuove di tutta là cariSma di lei famiglia, maggiormente poi perché inaspettate e dopo lungo lasso di tempo. L'ottimo cuore dell'amico bravo Cav: Rossini era già disposto e' preparato per la lettera raccomandatizia e al certo valevoli per il di lei figlio per Londra, onde con il mio solo eccitamento vorei lusingarmi che potessero accrescerli d'una qualche efficacia.

Auguro di cuore felicità e fortuna grandi al virtuoso e degno di lei figlio, avendo già conosciuto i suoi rari talenti e virtù, fin' dal momento che mi ritrovavo a Parigi, però tengo per certo una sorte feliciSma. Mille cordiali saluti alla degna Consorte, e all'ottimo di lei figlio: Mi viene in mente significarla, nel caso l'ignorasse, la perdita che facessimo da tre anni circa del povero Giuseppe Mazzieri. Mi prevalgo liberamente della verace  di lei amicizia, col pregarla di dare sfogo alla acclusa mia interessante(?), e col sigillarla, e nel caso l'amico Aldini fosse ripassato per Parigi, ella in gentilezza fosse per eseguire quanto la lettera di me dice, e poscia darmene fedele riscontro. Sono sempre ai suoi comandi: nel mentre mi dico con tutta la stima, ed amicizia sincera. / Suo Obl: Ser: ed Am(?) / Francesco Palazzi /

P.S. La lettera di Rossini la riceverà per il mezzo del celebre Impresario, credo di Parigi, gentil la apprenderà dalla preS:nza mia / A Monsieur / monsieur Carulli Prof.re de Musique / Rue des Italiens N° 11 / Paris”


41 Notizie di Camillo Rubini in: Filomena Formato, Il duo di chitarra nei manoscritti italiani di Ferdinando Carulli – Il fondo Compagnoni-Marefoschi della Biblioteca Casanatense; Tesi in Prassi Esecutiva e Repertorio, Biennio specialistico in discipline musicali ad indirizzo interpretativo-compositivo in Chitarra, Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” – Benevento; Relatore: Ch. Prof. Piero Viti, A.A. 2012-2013.


42 In prefazione a: Ferdinando Carulli, 3 Duetti, op 5[c] Per Violino o Mandolino e Chitarra (conosciuti anche come: Gragnani - Duetti Notturni per mandolino e chitarra), Revisione critica a cura di Sergio Zigiotti e Fabiano Merlante, Ed. Armelin, Padova


43 79 / Tre Notturni / Per Chitarra e Violino [e Mandolino] (cancellato con inchiostro sovrapposto) / Del Sig. / Filippo Gragnani, (in basso a sinistra è ben visibile il timbro CR); Ms. Coll. Privata Piero Viti


44 Joseph Zuth, Op. cit.


45 Mario Torta, Op. cit.; Romolo Calandruccio, La didattica di Ferdinando Carulli, Op. cit.



La Sonata Sentimentale “La Tempesta” in una rara edizione manoscritta redatta a Firenze agli inizi dell'800.


Manoscritto appartenuto a Camillo Rubini dei Tre Notturni di Filippo Gragnani per Chitarra, Violino o Mandolino [N.d.r. non ben visibile perché coperto da una passata di inchiostro]. In basso a sinistra il timbro ovale CR dell'antico possessore (coll. privata)