Torna a Surriento

 

DUE PAROLE SULLA TRASCRIZIONE

Torna a Surriento

F.lli Ernesto e Giambattista De Curtis


Quanti cuori avrà fatto innamorare questa canzone dal giorno della sua pubblicazione? E quante coppie di innamorati avrà romanticamente accompagnato nei loro percorsi di vita? Quanti ne avrà cullato con le sue dolci parole ed incantato con la sua soave melodia? 

Ogni volta che mi è capitato di suonare o provare a canticchiare con la mia orrida voce questa canzone, non ho potuto astenermi dall'immaginare il bellissimo volto di donna che doveva certamente avere in mente Giambattista De Curtis quando ha scritto quei romantici versi o il fratello Ernesto che ne compose la musica.

Potete facilmente comprendere, dunque, quale è stata la mia sorpresa - e, dirò, persino la mia costernazione - quando ho appreso che questo vero e proprio vessillo della canzone dolce e sentimentale fu composto non già per rimembrar dolce e caro volto di donna innamorata ma per lusingare un UOMO!!! Per giunta un Presidente del Consiglio!!! La storia che si ripete? I fratelli de Curtis precursori dei giorni nostri, entrambi inconsapevoli Apicella ante-litteram? O fulgido esempio di amore omosessuale di rara bellezza ed espressività? Niente di tutto questo! Ecco i fatti così come ho potuto ricostruirli con le mie ricerche.

L'allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli, politico impegnato fra l'altro per la questione meridionale e molto attento alle miserrime condizioni del Sud dell'epoca, nel settembre del 1902 si recò in visita ufficiale a Sorrento.

Il commendatore e barone Guglielmo Tramontano, sindaco della cittadina di Sorrento nonché proprietario dell'hotel presso cui Zanardelli era alloggiato, richiese ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis di comporre una canzone per celebrare l'illustre ospite, con la speranza di ottenere in cambio alcuni interventi a favore di Sorrento, tra cui l'apertura di un ufficio postale.

All'epoca la situazione della ridente cittadina era davvero catastrofica; case diroccate, strade sconnesse, servizi inesistenti etc. Ernesto De Curtis recuperò una vecchia melodia che aveva composto qualche anno prima, e il fratello scrisse di getto un testo per esortare il Presidente non solo ad occuparsi finanziariamente della cittadina ma anche a tornare, a ricostruzione avvenuta, per godersi le bellezze del luogo e la comodità di un Ufficio Postale!

E così il giorno della sua partenza da Sorrento, il presidente Zanardelli si sentì dedicare un'improvvisata "Torna a Surriento" La canzone fu eseguita probabilmente dalla coppia Giovanni Ambrosini e Maria Cappiello e fu annunciato che il brano era stato composto su richiesta di Tramontano, amico di Giambattista, per celebrare la permanenza di Zanardelli.

In realtà una ricerca più recente indicherebbe che i fratelli de Curtis depositarono una copia del brano già nel 1894, ovvero otto anni prima dell'esecuzione pubblica, e che quindi la canzone fu soltanto riadattata per quell'occasione. Sia come sia ecco a cosa dobbiamo una delle più celebri canzoni napoletane di tutti i tempi. Non all'incolmabile vuoto generato nell'animo del poeta dalla mancanza della bella di turno, Carmela, Concetta, Marì o Catarina che fosse, ma all'assenza dell'ufficio postale!

La trascrizione, nella tonalità chitarristica per eccellenza, (LA+) si apre con l'esposizione della parte strumentale (intro orchestrale) prima del canto che raccomando, come pure specificato in partitura, di mettere bene in evidenza tenendo la immediata ripetizione del medesimo - battuta successiva - come una eco lontana ed accennando appena l'accompagnamento "a valzer lento".

di Alessandro Altieri

sandroaltieri@alice.it

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