L'allegato Mp3 - che come ormai ben sapranno gli aficionados della rubrica serve soltanto per dare un' idea dell'esecuzione e non è mai perfettamente identico allo spartito - può aiutarvi nell'interpretazione dello scritto e guidarvi ad una esecuzione che non dovrà mai essere troppo rigida o metronomica, come del resto è sempre il caso per questo tipo di trascrizioni.

Ricordiamoci che si tratta di canzoni, di arie, quindi di melodie che hanno spesso bisogno di respirare e di fermarsi, sulla nota giusta e al momento giusto a "corona" - guarda un po’! - del momento espressivo! Vi consiglio, appena arrivate nella parte maggiore, laddove l'indicazione suggerisce "su tre corde" di seguire il consiglio perché,  almeno a mio modesto avviso, l'utilizzo di più corde per ottenere la linea melodica produce un effetto di arpeggio che ne amplifica l'aria maggiore e la cantabilità.

La ripetizione della strofa in minore è qui ottenuta con ottave di semicrome ed arpeggi di biscrome che sostituiscono il precedente accompagnamento in tre (a valzer). A variazione della precedente strofa più "tranquilla" qui si tenterà di dare una esecuzione più mossa ed anche un tantino più libera prima di sfociare nell'immancabile orchestra di mandolini - evocata dal tremolo - pressoché indispensabile nella canzone partenopea in generale ed in questa fattispecie in particolare.

Il brano si chiude con l'accorato canto che chiede  - ora sappiamo anche, desolatamente, a chi! ;-)

TORNA A SURRIENTO FAMME CAMPA'

e con il tentativo (fatemi sapere quanto riuscito secondo il vostro parere) di simulare l'acuto finale del tenore con il MI XII° tenuto.

Gli ultimi tre accordi minori, (rivolti di Re min) in ripresa dell'intro iniziale, sembrano, sfociando e al contempo allargando nell'apertura del LA+ conclusivo, preludere ad una speranza, sottintendere una promessa, avallare un debito contratto. L'Ufficio Postale si farà!

Grazie a tutti voi per avermi sopportato anche stavolta.

Un caloroso  e...bbraccio

Alessandro Altieri