Notizie dalla Germania

a cura di Gisbert Watty

Arnold Schönberg e la chitarra

La nuova edizione della Serenade op. 24 e gli arrangiamenti con chitarra

Arnold Schönberg

Sämtliche Werke, Abteilung VI: Kammermusik, Reihe A, Band 23, Kammermusik II

Serenade op. 24 per clarinetto, clarinetto basso, mandolino, chitarra, violino, viola, violoncello e voce maschile grave (4° movimento: Sonetto del Petrarca)

a cura di Ulrich Krämer

2012 Schott Music, Mainz - Universal Edition AG, Wien


Abteilung VI: Kammermusik, Reihe B, Band 23,1, Kammermusik II

Teil 1: Serenade op. 24

Kritischer Bericht, Skizzen, Frühfassung des V. Satzes, Entstehungs- und Werkgeschichte, Dokumente,

a cura di Ulrich Krämer

2014 Schott Music, Mainz - Universal Edition AG, Wien


Arnold Schönberg

Sämtliche Werke, Abteilung VII: Bearbeitungen, Reihe A, Band 28, Bearbeitungen und Gelegenheitswerke für Kammerensemble

Ständchen di Franz Schubert D 889  per clarinetto, fagotto, mandolino, chitarra e quartetto d’archi - arrangiamento di Arnold Schönberg

Funiculì, funiculà di Luigi Denza per violine, mandolino, clarinetto, viola, chitarra e violoncello - arrangiamento di Arnold Schönberg

Weil i a alter Drahrer bin di Johann Sioly per violine, mandolino, clarinetto, viola, chitarra e violoncello - arrangiamento di Arnold Schönberg

a cura di Ulrich Krämer

2013 Schott Music, Mainz - Universal Edition AG, Wien


Abteilung VII: Bearbeitungen, Reihe B, Band 28, Bearbeitungen und Gelegenheitswerke für Kammerensemble

Kritischer Bericht, Skizzen, Entstehungs- und Werkgeschichte, Dokumente, Frühe Stücke

a cura di Martin Albrecht-Hohmaier e Ullrich Scheideler

2014 Schott Music, Mainz - Universal Edition AG, Wien







Chi di noi ha mai assistito all’esecuzione dal vivo della Serenade op. 24 per clarinetto, clarinetto basso, mandolino, chitarra, violino, viola, violoncello e voce maschile grave di Arnold Schönberg? Una composizione emblematica ignorata da una buona parte dei chitarristi ma fonte ispiratrice per altri autori fondamentali nella storia della musica che hanno inserito la chitarra in organici da camera, come Webern (3 Lieder per soprano, clarinetto e chitarra op. 18), Stravinsky (Four Russian Songs per soprano, flauto, arpa e chitarra) o Boulez (Le Marteau sans Maître). E che cosa ha spinto Schönberg all’uso di due strumenti inconsueti come il mandolino e la chitarra in un’ampia composizione da camera della durata di circa 33 minuti?


Un contributo fondamentale per la comprensione di questo spartito ci viene offerto dal musicologo Ulrich Krämer con la nuova edizione della partitura e un ampio volume di 447 pagine con relazione critica e analisi degli abbozzi, della prima versione del quinto movimento, della genesi e storia e di tutti i documenti relativi alla composizione.


La scrittura della Serenade dura più di tre anni, dal 1920 al 1923. Il compositore vive un periodo difficile, dopo il “Pierrot Lunaire” del 1912 è riuscito soltanto a comporre i “Vier Orchesterlieder op. 22” (1913-1916) ed a completare la metà dell’Oratorio “Die Jakobsleiter”. Schönberg è alla ricerca di una nuova tecnica compositiva, sperimenta con le prime idee della futura tecnica dodecafonica, pur continuando ad utilizzare ogni mezzo espressivo. Compone sia brani di tonalità allargata che opere di libera atonalità; recupera la “Serenata” e cerca di rivitalizzare forme antiche come il Minuetto con il Trio ed il Da Capo.

L’uso di forme chiuse, con strutture ritmiche tradizionali e riconoscibili, può sembrare anacronistico dopo la perdita di armonia, melodia e tonalità portata alle estreme conseguenze, ma permetterà al compositore di arrivare ad un’evoluzione del suo linguaggio. Sperimenta anche l’inserimento di strumenti tipici della musica popolare, il mandolino e la chitarra, in un inedito ensemble da camera.  

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Arnold Schoenberg (1874-1951): Serenade per baritono e 7 strumenti, testo di Francesco Petrarca Sonetto 217, op.24 (1921/1923) -- John Carol Case, baritono -- Melos Ensemble of London diretto da Bruno Maderna


I. Marsch

II. Menuett

III. Variationen

IV. Sonett

V. Tanzszene

VI. Lied (ohne worte)

VII. Finale



L’opera si cristallizza dopo un lavoro faticoso e travagliato, interrotto da tante altre attività come l’insegnamento, la direzione di concerti, la composizione dei pezzi per pianoforte op. 23 e op. 25, arrangiamenti vari, insieme alla nuova edizione riveduta della Harmonielehre. I primi movimenti sono abbozzati nell’agosto del 1920. Tutto si ferma fino alla fine di settembre del 1921 con la stesura di altri due movimenti. L’8 ottobre del 1922 viene annotata la parte vocale del “Sonett”; segue un’altra interruzione fino a marzo 1923, dopodiché il lavoro procede spedito, con tre movimenti completati alla fine del mese, altre parti riscritte e corrette, e l’aggiunta del “Finale”. La partitura è definitivamente completata in bella copia il 27 aprile del 1923.


La Serenade si articola in sette movimenti - 1. Marsch, 2. Menuett, 3. Variationen, 4. Sonett, 5. Tanzszene, 6. Lied (ohne Worte) 7. Finale - con una forma ad arco dovuta alla ripresa del “Marsch” iniziale nell’ultimo movimento, che viene inoltre integrato con materiale tematico degli altri movimenti. Al centro della composizione viene messo in musica il Sonetto n. 217 del Petrarca tradotto in tedesco da Karl Förster. Krämer interpreta questo movimento come momento di “addensamento metafisico” in una composizione strumentale di natura leggera. Altri studiosi sottolineano il parallelismo fra il testo antico e l’uso delle forme antiche tradizionali.


La prima esecuzione assoluta si svolge il 2 maggio del 1924 in forma privata, ma davanti ad un pubblico di 200 persone, a casa di Norbert Schwarzmann a Vienna, mentre la prima esecuzione pubblica avverrà il 20 luglio del 1924 come conclusione del Festival di Donaueschingen; il chitarrista era Hans Schlagradl.


Un’ultima curiosità (Ulrich Krämer, Kritischer Bericht, pagina 385): nel mese di giugno del 1951 Schönberg riceve una lettera di Robert Craft in cui gli parla del progetto per due esecuzioni della Serenade a Los Angeles e a New York. E la parte per chitarra a New York sarà eseguita nientemeno che da Andrés Segovia! Quest’ultimo aveva comunicato poco prima a Craft di aver conosciuto la partitura già nel 1925 a Vienna e si era dichiarato disponibile a partecipare all’esecuzione del brano a condizione di poter modificare la scrittura di alcune parti della chitarra. Schönberg, entusiasta della partecipazione di Segovia, viene tuttavia lasciato all’oscuro del desiderio da parte del chitarrista spagnolo di modificare la parte della chitarra. Purtroppo, Arnold Schönberg morirà tre settimane dopo ed il concerto newyorchese non verrà mai realizzato.

Il direttore d’orchestra americano però eseguirà la Serenade a Los Angeles nell’autunno del 1952. Igor Stravinsky assisterà sia alle prove che al concerto e, sempre secondo Craft, rimarrà così tanto affascinato dall’inconsueto impasto sonoro da utilizzare successivamente il mandolino nel balletto “Agon” e la chitarra nella strumentazione per voce, flauto, arpa e chitarra dei “Four Russian Songs” del 1953.  



P.S.: e gli arrangiamenti?

La famiglia Schönberg vuole passare i mesi estivi del 1921 a Mattsee, vicino a Salisburgo ma una campagna antisemita sconvolge i piani. La famiglia parte e trova ospitalità a Traunkirchen presso la Villa Josef della Baronessa Anka Löwenthal. Il compositore, però, vive un momento di scarsa concentrazione: gli eventi di Mattsee, numerose visite di amici, il fidanzamento della figlia Gertrude con Felix Greissle, i festeggiamenti per il proprio compleanno e alcuni problemi di salute non gli fanno riprendere il lavoro della Serenade. Si dedica così ad attività meno impegnative, scrivendo alcuni arrangiamenti per un ensemble molto simile a quello della Serenade; due Lieder popolari: “Weil i a alter Drahrer bin” di Johann Sioly e “Funiculì, funiculà” di Luigi Denza, eseguiti in un concerto di beneficenza da un gruppo di musicisti locali. “Ständchen” di Franz Schubert viene arrangiato probabilmente in occasione del fidanzamento della figlia. Si tratta di “esercizi di strumentazione”, un passo preliminare per sperimentare l’insieme sonoro, il bilanciamento e le tecniche esecutive degli strumenti impiegati.


G.W.