di Flavio Cucchi
Riprendo dopo un anno e mezzo di pausa.
Dopo l'intenso 2010 (vedi pag.22) i primi tre anni del secondo decennio del 2000 sono proseguiti sulla stessa falsariga, proponendo i soliti programmi: da solo (qui a Milano, Palazzina Liberty) (Foto 1), con il Quintetto d'archi (Foto2), con il Trio Geminiani e il trio BCP di cui ho già parlato nella pagina precedente, oltre a fare diverse esecuzioni del Concierto de Aranjuez per chitarra e orchestra. Unica novità un programma con il soprano Laura Catrani.
(Continua...)
Cercando materiale relativo a questo triennio ho trovato una mia intervista su Canale 10 da parte dello scrittore, giornalista e direttore del quotidiano La Nazione Umberto Cecchi, che mi ha fatto ripercorrere la prima parte della mia vita con i suoi momenti più significativi
Nel 2011 ho fatto un cambiamento logistico importante: ho lasciato, dopo 38 anni, la mia casa in Via degli Artisti per trasferirmi nelle colline di Firenze, a 400 m. di quota in un piccolo borgo del '700 tra boschi, ulivi e vigne, nei pressi di un mulino a vento. (Foto3)
Dopo una vita passata in quel bel loft di Firenze (Foto 4) dove erano successe così tante cose, (ne ho parlato nella pag. 4) temevo di soffrire per il drastico cambiamento, la solitudine e la scomodità che comportava la campagna ma con mia sorpresa non è successo nulla, non ho più pensato alla vecchia casa e ho compensato la perdita di socialità della vita cittadina con la bellezza davvero intensa e cangiante della natura, (foto5) l'aria pulita e la percezione delle stagioni.
Una caratteristica del luogo, il silenzio, è diventata utile quando in seguito ho attrezzato uno studio di registrazione in casa, che mi ha consentito di registrare e montare il CD che ho pubblicato per la Naxos nel 2017 e diversi album digitali di cui parlerò in seguito.
Tornando al 2011, la parte più interessante è stata la tournèe in Giappone, una serie di concerti e masterclass organizzati da Shinobu Sugawara, (eccoci insieme a Tokyo) (Foto6) una brava chitarrista, moglie del defunto direttore di Gendai Guitar, direttrice della rivista Guitar Dreams e animatrice della vita chitarristica giapponese.
Avevo conosciuto Shinobu all' Asia International Festival (vedi Pag.22) quando mi aveva intervistato per la sua rivista (foto7)
Il tour si è svolto dal 24 ottobre al 4 novembre.
Pochi mesi prima era accaduto il disastro di Fukushima e all'aeroporto Shinobu, che ha uno spirito tutto suo (per niente giapponese) mi ha salutato con queste parole: “L'aria è radioattiva e le verdure contaminate: benvenuto in Giappone!”
Alcune immagini: sound check prima di un concerto (foto8), un po' di turismo (foto9) Masterclass (Foto10)
Insieme alle foto di questo tour ho trovato un video in cui faccio una cosa per me inusuale: suono Recuerdos de la Alhambra. Il video è stato registrato mentre mi veniva fatto un servizio fotografico. (foto 11)
L'ho pubblicato ora su YT spiegando anche la particolarità dell'episodio: in realtà il tremolo non mi è mai piaciuto e in vita mia l'ho studiato solo quando avevo 8 anni per suonare Feste Lariane di Mozzani.
Dopodiché non l'ho mai praticato, se non in una sezione di Invocacion y danza di Rodrigo.
In questo caso gli organizzatori avevano insistito così tanto che non volendo essere scortese…
L'unico pezzo con il tremolo che mi piace un po' è Campanas de l'alba.
Lo sto giusto leggendo perché lo voglio usare come bis dopo il Concierto de Aranjuez.
Mi sembra un accostamento appropriato perché entrambi i brani sono dedicati a Regino Sainz de la Maza
Ho scoperto che in Giappone, ma anche in Asia in generale, andavano ancora matti per dei classici come Giochi Proibiti, Recuerdos de la Alhambra e per effetti marginali come il tremolo, che normalmento piacciono ai dilettanti della chitarra classica.
Mi è successo di recente (giugno 2023) che durante una masterclass a Singapore si è presentato un signore sulla sessantina (dopo la lezione) pregandomi di svelargli il segreto per fare il tremolo.
Gli ho chiesto di farmi sentire qualcosa e ho visto subito che era completamente negato per la musica e per la chitarra: oltre a non capire il senso delle frasi, aveva seri problemi di coordinamento, eppure si era messo in testa di imparare a fare il tremolo e pensava che esistesse una formula magica che gli facesse superare la sua difficoltà... La natura umana a volte è davvero irrazionale. Con tutte le cose che quel signore avrebbe potuto fare con successo si era messo in testa uno scopo che era per lui irraggiungibile.
C'è poco da fare: nel fare musica il risultato artistico deriva da una qualità immateriale, ma per poterlo manifestare si deve usare il corpo, e per coordinare i movimenti in modo adeguato serve un sistema nervoso molto efficiente che non tutti hanno.
C'è una infinità di cose che si possono fare nel gioco della vita, ma si deve essere consapevoli di quali carte si ha in mano, perché si deve giocare con quelle.
Anche il 2012 è stato un anno denso di concerti in Spagna, Inghilterra e Italia.
La maggior parte recital solistici, altri in trio, con quartetto d'archi e il solito Concierto de Aranjuez.
Anche questo anno si è concluso con un tour in Giappone. (foto12)
Per quella occasione ho pubblicato anche un CD per il mercato giapponese. (Foto 13)
Ho tantissime foto di quei concerti e masterclass, ma sono ripetitive e ve le risparmio, ne
metto giusto qualcuna: il concerto a Ibaraki (Foto14)
La visita a Kyoto (Foto15) ,
il giardino Zen (16)e il teatro Kabuki.(qui imito l'espressione degli attori) (foto 17)
Al contrario del Teatro No, che è più statico, il Kabuki è estremamemte spettacolare.
La performance dura 4 ore senza intervallo, la storia è sconclusionata ma il succo dello spettacolo è il movimento, i costumi e il trucco pesante degli attori, che sono solo uomini.
Anche “la giovane donna” col viso bianco e la boccuccia rossa a forma di cuore in realtà era un signore di 60 anni, ma era così abile che dopo alcuni minuti ”vedevo” una tenera e affascinante ragazza…
La cultura giapponese è davvero diversa dalla nostra ed è ricca di gesti eleganti e cortesi: dopo un concerto si è avvicinata una signora che mi ha portato un dono fatto con le sue mani. (Foto18)
Ho aperto il 2013 con un concerto in occasione del premio Antonucci in duo con il soprano Laura Catrani (foto19), poi concerti vari in Italia, un tour in USA, nella costa ovest: California e Oregon (mai visti così tanti boschi) (Foto20)
Ma il momento più toccante per me è avvenuto in giugno, quando il Comune di Revere, la cittadina in cui sono nato, (oggi Borgo Mantovano) mi ha conferito la cittadinanza onoraria. (foto21)
Sono sempre stato legato a quel luogo (sono nato nella casa tra la torre e il castello (Foto 22): anche se non ci ho mai abitato ho passato lì tutte le estati della mia infanzia, ho imparato a nuotare nel Po, ho vissuto i primi innamoramenti, ed è stato lì che ho visto per la prima volta quel sarto dilettante di chitarra classica che mi aveva incantato con la sua esecuzione di Feste Lariane nel lontano 1954 e che aveva dato inizio alla mia infatuazione per la musica che ha caratterizzato e orientato tutta la mia vita.