di Flavio Cucchi
Riprendo dopo una pausa dovuta all'uscita del mio nuovo CD, https://www.naxos.com/ECard/2018/Cucchi-Corea-B2C/
alcuni concerti e una vacanza studio in Florida (da dove sto scrivendo)
Dove ero rimasto?....inizio degli anni '80.
Nei due anni successivi le cose hanno continuato a funzionare bene: concerti da solo, con orchestra, con gruppi da camera ecc.
Questi che seguono però sono i momenti che ritengo più significativi.
Carmelo Bene
Nel 1968 era uscito “Nostra Signora dei Turchi”, il primo contestatissimo film di Carmelo Bene.
Ci siamo rivisti diverse altre volte e nel 1982 mi ha proposto di fare una cosa insieme: stava lavorando su un recital con testi di Dino Campana e voleva degli interventi musicali che si alternassero alle poesie.
Non credevo alle mie orecchie! Un recital con Carmelo Bene!
Ho avuto quindi l'avventura di suonare davanti a un pubblico di 4000 persone al Palazzo dello Sport di Milano in uno spettacolo, andato poi in onda in TV su RAI 1, che lo stesso Bene nella sua biografia
Ricordo vivamente l'impressione che mi aveva fatto.
Incomprensibile, stralunato, con un montaggio schizofrenico, tuttavia creava un grandissimo effetto per la sua originalità ma soprattutto per il tremendo carisma dell'autore-attore e per la sua voce così intensa, ricca di colori e sfumature ma dal timbro inconfondibile.
Ero diventato un suo fan e seguivo le sue avventure artistiche con grande interesse.
Immaginate il piacere che ho provato quando mi sono trovato a cena con lui nella residenza del Maestro Bellugi!
Come ho già scritto, Piero Bellugi in quel tempo stava collaborando con Carmelo Bene al “Manfred”, spettacolo teatrale da lui ideato, diretto e interpretato durante quello che sarà in seguito chiamato il suo “periodo concertistico”.
Bene aveva elaborato il poema drammatico di George Byron ricavandone un testo teatrale che leggeva egli stesso appoggiando la sua interpretazione su sontuose musiche orchestrali di Robert Schumann eseguite dal vivo, dando vita così ad un concerto in forma di oratorio dove la protagonista era la sua voce di cui aveva un controllo dinamico e timbrico straordinario.
Basta ascoltare i primi 3 minuti per rendersene conto.
Specialista di musica contemporanea è stata dedicataria di opere dei più grandi compositori del '900 e ha tenuto prime esecuzioni di brani di Ligeti, Henze, Dallapiccola, Bussotti, Nono ecc.
Aveva un'intonazione perfetta e un orecchio assoluto fenomenale.
Poteva riconoscere un la a 440 Hertz da uno a 444 (alcune orchestre tengono il La più alto).
La prima volta che abbiamo provato, abituato ad altri cantanti, avevo accennato con lo strumento la tonalità del pezzo. Dorothy si è voltata e mi ha guardato inarcando un sopracciglio. Ho capito in fretta che era più conveniente che fossi io ad accordare la chitarra su di lei…
Abbiamo fatto diversi concerti insieme (questa foto l'ho scattata a Venezia)
(continua)
e abbiamo inciso anche un LP.
E' talmente musicale che si prova piacere ad ascoltarlo anche senza cercare di capire il senso delle parole.
Il primo incontro è stato, come dicevo, a casa di Piero: Carmelo era di buon umore, mi raccontava della Puglia, da cui era scappato, ricordava divertito che i suoi vecchi amici lo chiamavano “il Fuori-Lecce”, raccontava episodi del suo passato.
Aveva una cultura incredibile e una personalità fuori dal comune: si sentiva di stare di fronte ad un uomo che non si limitava ad essere un grande artista, ma una persona geniale, in grado di cambiare la stessa concezione del ruolo di attore.
descrive così:
Naturalmente non ho mai preso sul serio il suo commento su di me (eccessivo, “alla Carmelo Bene”) ma mi ha lusingato il fatto che abbia ricordato il nostro concerto come “memorabile”… a voi non avrebbe fatto piacere?
Come ho già detto, Bene metteva la foné al centro della sua ricerca, ed era attentissimo alla qualità del suono.
Ricordo che quando ho partecipato alla registrazione delle musiche per il suo “Pinocchio”, effettuate in una villa della Versilia, l'ho visto passare una nottata intera girando per le stanze con un microfono alla ricerca del punto che gli restituisse il suono che desiderava.
A questo proposito ricordo un divertente scambio di battute tra lui e il Sovrintendente della Scala:
Sovrintendente: Maestro, il costo dell'impianto di amplificazione che lei richiede è davvero eccessivo! Con quella somma potrei invitare Pavarotti!
C. Bene: ah, si? E che fa Pavarotti? Mi amplifica?
Malgrado la sua fama di persona dai comportamenti imprevedibili e a volte violenti, con i musicisti era molto cortese, quasi timido.
Ricordo che quando venne stampato il volantino dello spettacolo di Milano
è venuto a scusarsi per il fatto che il suo nome fosse scritto più in grande del mio…
Dopo il Pinocchio ci siamo persi di vista e, come sapete, è morto giovane, nel 2002, dopo aver lasciato un segno importante nella storia del teatro.
Dorothy Dorow
Un altro personaggio conosciuto grazie a Bellugi con cui ho poi collaborato in quegli anni è stato il grande soprano inglese Dorothy Dorow.
La Sestina d'autunno, commissionata dall'Accademia Chigiana in omaggio al centenario di Igor Strawinsky, aveva un organico molto inconsueto: viola, violoncello, contrabbasso, chitarra, mandolino e percussione.
L'autore in un'intervista ha scritto: “…Sestina d'autunno perché il pezzo è formato un po' come una sestina poetica; la sestina è infatti quel breve componimento nel quale si accoppiano le rime a due a due. Nello sviluppo del componimento ci sono alcuni momenti in cui gli strumenti si legano, fanno delle specie di cadenze a due a due: la chitarra con il contrabbasso, la viola con il violoncello e così via…”
Eccoci nello studio di registrazione.
Dorothy era una persona piena di vitalità, brillante e dotata di britannico humor.
Una volta stavamo andando al teatro Comunale di Firenze e si è fermato davanti a noi
un autobus pieno di turisti americani (quelli da “Vedi l'Europa in 5 giorni”).
Scende una signora con l'accento Texano e fa: “Is this Venice?”
E Dorothy, flemmatica: “No, that 's the one with the water.”
Oppure, quando a casa mia il gatto le è saltato in grembo e si è accomodato mostrandole il sedere: “I prefer the other side…”
Abbiamo fatto diversi concerti negli anni '80 e per un breve periodo è stata ospite a casa mia.
L'unica bizzarria di Dorothy era una sua fissazione sulla salute: aveva una dieta molto inconsueta per quei tempi ed era particolarmente preoccupata dell'inquinamento, tanto che, al momento di ritirarsi dalle scene, ha deciso di vivere in un villaggio in Inghilterra scelto basandosi sulle analisi dell'atmosfera.
Dorothy se n'è andata recentemente e ho avuto il piacere di ricevere una mail da suo figlio che mi riportava i suoi saluti avendomi lei incluso tra gli amici da contattare.
Sestina d'Autunno
Nel 1982 c'è stato un altro avvenimento importante: la prima esecuzione mondiale della “Sestina d'Autunno” di Petrassi all'Accademia Chigiana di Siena.
Come ho già detto avevo suonato con l'Ensemble Garbarino tutto il repertorio di Petrassi, ma questa volta sono stato invitato da Aldo Bennici, il violista di riferimento di Luciano Berio, per essere inserito in un ensemble costituito per l'occasione da eccellenti musicisti
E' stata una occasione molto stimolante dal punto di vista musicale e mi ha dato la soddisfazione di partecipare ad un evento così significativo lavorando con musicisti di alto livello.
In quei primi anni del decennio ho avuto due incontri importanti che voglio citare anche se non sono inerenti alla musica perché tuttora, dopo quasi 40 anni, fanno parte della mia vita:
Marta, che controcorrente per quei tempi ho voluto sposare nel 1984, e i libri di L. Ron
Hubbard, fondatore di Scientology, che hanno continuato ad alimentare il mio interesse per la natura spirituale dell'Uomo.