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Ferdinando Carulli
Gli Amori di Adone e Venere
Sonata Sentimentale per Chitarra o Lira Op. 42

VENERE CERCA ADONE

(Tonalità DO maggiore, tempo 2/2, numero battute: 30)



L’atmosfera è completamente diversa: serena, spensierata, idilliaca in quanto Venere è ignara dell’accaduto. L’aspetto psicologico della sezione è importante per inquadrare l’interpre-tazione, perché, la melodia, molto cantabile, potrebbe trarre in inganno l’interprete ed essere eseguita in maniera più rilassata. Invece ci sono delle indicazioni esplicite e implicite che suggeriscono un’interpretazione più spigliata. Nelle caratteristiche dell’area tematica si potrà evidenziare quanto detto:







ELLA RESTA SORPRESA VEDENDO ADONE MORTO


Carulli utilizza una brevissima sezione, solo due battute, per descrivere la funesta scoperta di Venere.

Dopo la ripetizione della bella frase appena ascoltata (batt. 71 – 78) improvvisamente, alla bat. 86, con una cadenza d’inganno sul VI grado abbassato1, viene stravolta l’atmosfera creata nel precedente quadro.

Armonicamente, la sezione,  pur rimanendo nel tono di DO, cambierà nuovamente l’aspetto fisionomico tornando al modo minore, pertanto le batt. 86 – 87 vengono utilizzate per modulare poi in DO minore. La melodia fluida e serena appena ascoltata viene improvvisamente interrotta dalla ripetizione statica di accordi pieni, fermati a loro volta dalle pause (F. R. della Suspiratio) a sottolineare l’aspetto psicologico di Venere che rimane “paralizzata” davanti a quella visione. La dinamica e l’agogica vengono anch’esse stravolte, il forte diventa improvvisamente pianissimo e l’allegro diventa largo.











DISPERAZIONE DI VENERE


La nuova sezione si sviluppa, ancora una volta, con quello che abbiamo identificato come il tema della disperazione già incontrato nella Gelosia di Marte, anche se in quest’ultima era maggiormente presente il senso di moto nel basso, mentre nell’attuale sezione il basso si presenta più statico.





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1. Espediente armonico molto utilizzato, nell’Opera in questo periodo,  proprio per sottolineare nella scena qualcosa di imprevisto.

 
di Romolo Calandruccio
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