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Ferdinando Carulli
Gli Amori di Adone e Venere
Sonata Sentimentale per Chitarra o Lira Op. 42

Progressione Modulante (29 => 36)


                                   V6/5 /V   -  V -   V/V4/3  -  V6/5 -   V4/3/ V  -  V4/3  -  V7  di La 



La progressione, rafforzata nel senso di moto dall’uso dei rivolti, oltre a prendere l’elemento ritmico-melodico

dal Finale e A. e V. Amoreggiano (figg. 67 e 68), usa gli stessi gradi che aveva utilizzato nel passaggio

(batt. 20 => 24) di V. e A. Amoreggiano          (V6/5  / V    - V -   V 4/3 / V  -  V):





Nel Finale anche l’analisi del LP della melodia (fig. 69) presenta una forte attinenza con il suddetto punto e si può inoltre riscontrare, nell’insistente ripetizione dello stesso inciso (fig. 67), la F. R. dell’Analessi.




C (37 => 52)     Tonalità RE maggiore 


                                                    (37 => 44)  = V 6/5 - I - V 6/5  - I - IV  V 4/3  - I  -  IV   V 6/4   5/3  -  I


                                                    (45 => 52)  = ripete come sopra




Carulli in questa sezione recupera il materiale melodico da la Gelosia di Marte (fig. 70). Oltre al tono di RE riprende, in particolare, l’uso dell’intervallo di terza (molto presente nella Gelosia di Marte) che diventerà maggiore. Nell’elaborazione della Gelosia di Marte, gli spunti tematici si sono “inteneriti” (fig. 71) e quegli stessi elementi che prima sono serviti per innervosire il discorso musicale, ora vengono resi più docili. Nello specifico: l’elemento (a) diventa più regolare (b); il cromatismo del basso viene tolto lasciando solo l’intervallo di terza (divenuto maggiore); l’elemento (c) viene addolcito rendendolo più scorrevole (d); le ripetizioni delle stesse note (e) vengono rimosse.





52/ 53  => 66  Codetta2.


L’elemento ritmico incalzante, sul pedale di tonica, viene ripreso da  La caccia comincia.  In questa sezione si riscontrano altri espedienti orchestrali nell’utilizzo del materiale melodico:

¬Prima l’uso di una sola voce;

¬Poi raddoppiata dalla terza;

¬Infine il dialogo tra parte superiore e inferiore,



Con la cadenza forte  T -  D (60 => 66)  modula, ritornando alla tonalità d’impianto:


                            I  - V -  I  -  V  -  I  - V 6  - I (V 7 di SOL)


per ritornare  a SOL maggiore con la ripresa.


Anche nella codetta viene ripreso il cromatismo per terze  (fig 72), uno degli elementi caratteristici del brano,  per arrivare con quest’altra cadenza alla nota più acuta del brano (FA4), che già avevamo ascoltato ne “Il pianto di Venere”.








                                                            A (67 => 74)    

                                                                                                  Ripresa in SOL maggiore

                                                            A 1 (75 => 82)




MINORE

(Tonalità Sol minore, tempo 3/4, numero battute: 38)


Il minore del finale si presenta come uno “sviluppo” della prima idea tematica della sezione in maggiore. L’autore per ottenere un effetto più  “morbido” anche se abbastanza virtuosistico, crea una grande spazialità accordale sfruttando tecnicamente l’arpeggio.


-/1  => 8Prima idea tematica (fig.73)


                                    I  -  V  -  I  - V


                                    I  -  II  - I       - V








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2. Da notare che gli slanci delle scale si svolgono sempre nell’ambito diastematico di sesta.

 
di Romolo Calandruccio
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